Por la esperantistoj mi tradukos la nunan artikolon, espereble baldaŭ!
Temas pri la antaŭkondiĉoj por realigi la grafikan geston kaj la manan skribadon
presupposti psicofisici
(concetti e principi tratti da GRAFOLOGIA testo teorico pratico di L. Torbidoni e L. Zanin)
Il gesto grafico è “comportamento”. E’ con l’esercizio e l’automatizzazione che quello che all’inizio era semplicemente un “atto” diventa “gesto espressivo della personalità”. Il gesto grafico appartiene ai comportamenti appresi che, attraverso la ripetizione, si fanno gradualmente inconsci.
Un altro comportamento appreso è, ad esempio, quello del camminare, seppure quest’ultimo è assai meno complesso dello scrivere.
Quando inizia a camminare il bambino, gradualmente e in base anche al suo livello di sviluppo non solo motorio, apprende a calcolare le distanze, le altezze, a riconoscere gli ostacoli, fa esperimenti e inventa strategie del tutto personali per superarli o aggirarli. Egli impara a muovere le braccia, le mani e a posizionare i piedi per stare in equilibrio mentre cammina. Poi arriverà il momento in cui il movimento si automatizzerà e a livello subconscio non avrà più bisogno di fare quelle preziose valutazioni ma si muoverà nell’ambiente con maggiore sicurezza e gli resterà soltanto la consapevolezza di una generica sensazione di avanzamento negli spazi circostanti. Nel momento in cui abbiamo consapevolezza dell’atto in sé di camminare, ecco che il gesto diventa invece più lento e meno sicuro…
Naturalmente scrivere è un gesto assai più complesso e con maggiori sfaccettature ancor più profonde perche collegate agli aspetti cognitivi.
Pensiamo ora ad un bambino che impara a scrivere e a quanto diversa sarà la sua scrittura da adulto, sicuramente più spontanea dopo anni di apprendimento… All’inizio dell’apprendimento della scrittura egli è impegnato a mettere in moto gli apparati recettori, ovvero il sistema visivo e uditivo con intervento della memoria per ricordare le caratteristiche dei movimenti e dei segni grafici necessari a riprodurre correttamente gli stessi sulla carta in modo che siano comunque intelligibili e non perdano la loro funzione di comunicazione. Il frequente passaggio degli stimoli nei circuiti neurologici lasceranno tracce sempre più stabili e rafforzate.
I centri sensoriali della parola non sono isolati, ma collegati con i centri neuromotori, nei quali gli impulsi sensoriali diventano impulsi motori.
In seguito alla decisione di scrivere, volontaria e cosciente, l’immagine sensoriale della lettera stimola i centri motori del linguaggio, e specificatamente il centro verbigrafico di Exner (sfere di Broca – Wernicke – Naunyn ed Exner), cioè il centro della parola vista, udita, pensata, parlata e, infine, scrittta; essi trasmettono l’impulso ai muscoli del braccio e della mano. Grazie a questo continuo scambio di informazioni tra centro e periferia, tra corteccia cerebrale e centri sensoriali e motori, il movimento scrittorio viene analizzato nelle sue componenti elementari con la percezione anche delle attività degli organi esecutori e le caratteristiche dell’esecuzione. Riguardo alla percezione Hilgard Ernest (psicologo) afferma “Non siamo in grado di comprendere a fondo la percezione senza riconoscere le sue interrelazioni con la motivazione, l’apprendimento e la personalità”.
Ci saranno differenze di sensibilità e reattività, strutture diverse, ma anche motivazioni e bisogni diversi, difficoltà diverse, valori e aspettative diverse, vissuti e ambienti diversi che contribuiranno a caratterizzare anche nella scrittura i tratti della personalità di uno specifico individuo. Come l’individualità è unica per tutti questi fattori, anche la scrittura sarà unica e diversa da quella di tutti gli altri.
L’impronta ideomotoria
L’impronta ideomotoria si fissa nel centro neuromotorio della parola e viene ripercorsa dagli stimoli ogni volta che il movimento grafico viene ripetuto, facilitandone l’esecuzione. Questi ripetuti impulsi passano soltanto attraverso i circuiti neuronici che devono essere messi in eccitamento, mentre viene inibito il passaggio (sinaptico) ad altri neuroni il cui eccitamento sarebbe inutile o dannoso alla attuazione del movimento.
Avviene dunque una selezione delle vie neuroniche per il passaggio degli impulsi. Quando c’è il controllo volontario della scrittura intervengono i centri inibitori della corteccia e del sistema piramidale; questo è comunque in comunicazione con quello extra-piramidale, ovvero con quell’altro complesso sistema che ha invece la funzione di automatizzare i movimenti, determinandone il tono e la forza muscolare. Il gesto così liberalizzato da ogni inibizione e controllo acquisterà la sua spontaneità e diventerà davvero espressivo delle caratteristiche individuali, strutturali e organizzative, armoniche o disarmoniche, procedendo di pari passo con l’evoluzione fisiopsichica dello scrivente ma, anche, consentirà di evidenziare, con un giudizio più sicuro rispetto ad altri test, eventuali alterazioni o scompensi nel sistema nervoso centrale.
La scrittura è una fotografia del momento, può venire modificata parzialmente da stati d’animo diversi ma sostanzialmente il gesto grafico non cambia. Quando c’è uno scompenso organico del SNC allora può succedere, a seconda della gravità, un vero mutamento del gesto grafico. E’ un segno anticipatorio, un allarme che non va ignorato perché rivelatore di un successivo deterioramento non ancora manifesto esteriormente…
Certo, non è una impresa facile, ma è possibile per un grafologo preparato, attento e sensibile ….
Diverso sarà l’esercizio ripetuto in campo calligrafico, con intenti artistici ed estetici, per ottenere un risultato grafico impeccabile e perfetto graficamente, come si evince dal video qui sotto riprodotto. Si entra allora nella precisione tecnica …. Abilità, motivazioni, professionalità si intrecciano con la volontà. In tal caso, quando il controllo del gesto è al massimo grado, il gesto grafico non è più grafologabile, perché c’è il sopravvento della studiosità sulla spontaneità. Esistono scritture ‘tecniche’, ma lasciano trapelare poco o nulla della vera personalità, se non le abilità ed una precisione frutto di allenamento costante e di una forte volontà, non comune. Non si va oltre…. in questo senso non è grafologabile.

Marcello Barenghi http://www.marcellobarenghi.com oppure http://www.marcellobarenghi.it